Nota a sentenza n. 71/2024 del 15.04.2024 – Giudice di Pace di Belluno – presupposti per la violazione dell’art. 126bis C.d.S.

La sentenza del Giudice di Pace di Belluno esaminata tocca una questione particolarmente rilevante nell’ambito della giurisprudenza legata al Codice della Strada, in particolare all’articolo 126-bis del Codice della Strada che si occupa della comunicazione dei dati del conducente. La problematica principale che emerge è relativa alla tempistica e alle condizioni in cui tale obbligo deve essere soddisfatto, soprattutto in relazione al contesto di un verbale precedentemente contestato e poi annullato.

Fondamento della decisione: La decisione del Giudice di Pace si basa sul presupposto che, se un verbale di infrazione viene annullato, si annulla di conseguenza anche ogni obbligo dipendente da quello, come l’obbligo di comunicare i dati del conducente. Questo perché il verbale annullato non può più costituire un fondamento legittimo per richiedere o sanzionare la mancata comunicazione dei dati del conducente. La sentenza si riallaccia strettamente a un principio di logica giuridica dove non si può pretendere il rispetto di un obbligo derivante da un atto che non ha più efficacia legale.

Precedenti e orientamenti giurisprudenziali: La sentenza fa riferimento a vari precedenti della Corte di Cassazione che hanno trattato la questione, dimostrando come la materia sia stata oggetto di interpretazioni diverse nel tempo. In particolare, cita la sentenza della Cassazione n. 20974 del 2014, la quale pone l’accento sulla condizionalità dell’obbligo di comunicazione dei dati alla definitività del procedimento relativo al verbale di infrazione originario. Questo orientamento è stato ulteriormente rafforzato dalla sentenza n. 24012 del 3 agosto 2022 della Corte di Cassazione, che ha consolidato l’interpretazione secondo cui l’obbligo di comunicazione si riattiva solo dopo la conclusione di eventuali procedimenti giurisdizionali o amministrativi con esito sfavorevole per il ricorrente. Dirimente la pronuncia n. 3022 dell’1.2.2024.

Ruolo della Corte Costituzionale: Viene anche citato un rilevante intervento della Corte Costituzionale (sentenza n. 27/2005) che sottolinea la necessità che i procedimenti giurisdizionali o amministrativi siano definiti prima che possa essere esercitata qualsiasi pressione per la comunicazione dei dati del conducente, ulteriormente sostenendo l’idea che gli obblighi amministrativi debbano rispettare l’esito di tali procedimenti.

Implicazioni della sentenza: Questa sentenza porta chiarezza in un ambito precedentemente caratterizzato da un’incertezza interpretativa, offrendo un sostegno solido a quei soggetti che si trovano a contestare verbali di infrazione precedentemente notificati. La decisione enfatizza l’importanza di un approccio giuridico che rispetti i diritti dei cittadini alla contestazione efficace degli atti amministrativi, e preserva la coerenza e la logica del sistema normativo relativo al Codice della Strada.

In conclusione, il Giudice di Pace, appoggiandosi su solide basi giurisprudenziali, ha emesso una sentenza che non solo risolve il caso specifico, ma orienta anche futuri casi simili, stabilendo un precedente chiaro sul come debbano essere trattati gli obblighi di comunicazione dei dati del conducente in situazioni dove il verbale di infrazione originario viene annullato.

Note a Cass. Civ. sez. II, ord., 1 febbraio 2024, n. 3022: aggiornamento in punto decorrenza del termine per la comunicazione dei dati del conducente in caso di violazione al Codice Della Strada

Di questo argomento si è già parlato nell’articolo Note a Cass. Civ. Sez. II Sent. n. 24012/2022: decorrenza del termine per la comunicazione dei dati del conducente in caso di violazione al Codice Della Strada

La Cassazione con l’ordinanza in esame del 1° febbraio 2024 torna in argomento e conferma l’orientamento espresso con la sentenza n. 24012/2022.

Analizzata la tematica di cui si discute, conclude affermando il seguente principio di diritto “È da dare pertanto continuità all’indirizzo espresso da Cass. 24012/2022 (già richiamata dalla interlocutoria n. 22874/2023), secondo la quale la violazione ex art. 126-bis co. 2 c.d.s. si può dare soltanto quando siano definiti i procedimenti giurisdizionali o amministrativi avverso il verbale di accertamento dell’infrazione presupposta. In caso di esito dei menzionati procedimenti sfavorevole per il ricorrente, l’organo di polizia è tenuto ad emettere una nuova richiesta, dalla cui comunicazione decorre il termine di sessanta giorni ex art. 126-bis co. 2 c.d.s.; mentre in caso di esito favorevole (con annullamento del verbale di accertamento), viene meno il presupposto della violazione de qua“.

Pare quindi confermato l’orientamento favorevole ai conducenti.